Molti studi in letteratura stanno concentrando le loro ricerche sugli effetti che la Nutraceutica può avere sulle prestazioni dello sportivo professionista ed amatoriale, in particolare, sulla prevenzione degli infortuni e sui tempi di recupero da questi.

Esistono già numerose evidenze scientifiche che dimostrano quanto, molte di queste sostanze naturali dagli interessanti effetti bioattivi, possano con il tempo essere efficaci nel ridurre lo stato infiammatorio e/o lo stress ossidativo, circostanze che possono condizionare negativamente la prestazione ed il recupero di un atleta. Inoltre, i benefici di queste sostanze naturali con notevoli effetti bioattivi, possono trovare importanti applicazioni in altri ambiti terapeutici sul benessere in generale o nella prevenzione.

Tra questi elementi, spicca la ormai famosa curcumina, il principale componente bioattivo della spezia indiana "curcuma", sulla quale abbiamo a disposizione una notevole mole di studi clinici eseguiti negli ultimi anni, di cui tanti anche molto recenti, che ne confermano le notevoli proprietà antinfiammatorie e antiossidanti (di molto superiori rispetto a quelle della vitamina E, della vitamina C e del beta-carotene ad esempio), ma alle quali si aggiungono diversi altri interessanti potenziali di applicazione come a livello cardiovascolare, intestinale, e di recente si è arrivati all'aspetto neurocognitivo e neuroprotettivo, senza dimenticare la ricerca in ambito anticancerogeno.  

La Curcumina, una delle più preziose sostanze che la natura ci dona

L'utilizzo della curcumina come nutraceutico ad alto potere antinfiammatorio e antiossidante è utile sia come approccio all'infiammazione "acuta" in atto, che alla modulazione del processo infiammatorio, dove particolare campo d'applicazione efficace risulta essere l'ambito osteoarticolare e alle problematiche infiammatorie annesse, dovute all'avanzare dell'età, patologie, eventi traumatici o collegate al mondo dell'esercizio fisico.

A questo proposito il mondo della performance sportiva è un esempio ottimale di campo d'applicazione per l'uso efficace della curcumina a scopo antinfiammatorio, oltre che antiossidante. Sappiamo inoltre che il danno muscolare, e la relativa infiammazione che ne consegue, se non ben ripristinato, può non solo incidere sulla resa della performance e della forza muscolare, ma favorire un più alto rischio di traumi o la cronicizzazione di altre situazioni pregresse. Una attività fisica intensa genera un forte aumento dello stress ossidativo ed uno stato infiammatorio che può essere anche molto acuto in base al tipo di intensità e durata dello sforzo e, in tale circostanza, la curcumina può svolgere il suo compito con ottimi risultati, modulando la situazione infiammatoria e permettendo anche agli atleti più "maturi" una maggior possibilità di range di movimento con meno dolore o fastidi. Questa sua potente azione antinfiammatoria a livello osteoarticolare (e muscolare), intervenendo su alcuni tra i più importanti segnali cellulari di regolazione della cascata infiammatoria, è in grado di bloccare il fattore di trascrizione NF-kB e quindi la produzione di molecole che amplificano i processi infiammatori (citochine proinfiammatorie) come il TNF e varie interleuchine. Aggredendo con forza il fattore NF-K2, si riduce la trascrizione di TNF-α e la conversione dell’acido arachidonico in prostaglandine pro-infiammatorie, "traducendosi" in attività catalitica della lipossigenasi e della ciclossigenasi.  Tutto questo complesso e articolato meccanismo d'azione rende la curcumina la sostanza naturale a potere antiinfiammatorio più studiata al mondo. Da notare come i suoi meccanismi siano simili (ma non identici) a quelli dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) che sono comunemente prescritti per gli stati infiammatori osteoarticolari ad esempio, ma che hanno spesso comportano comuni effetti gastrointestinali indesiderati. I FANS inibiscono sia la cicloossigenasi-2 (COX-2), che gioca un ruolo importante nella formazione di prostaglandine coinvolte nel processo infiammatorio, sia la cicloossigenasi-1 (COX-1) che è, tra l’altro, coinvolta nella sintesi di prostaglandine necessarie alla protezione della parete gastrica. La curcumina invece modula i processi infiammatori con azione multi-target su varie vie della cascata infiammatoria, senza provocare particolari effetti indesiderati e la possiamo considerare un nutraceutico per "eccellenza", avvalorato dalla ricerca che la rafforza scientificamente, rispetto a tante altre sostanze che non hanno tale approfondimento e meno basi confermate. E' affascinante come le basi molecolari di queste proprietà antinfiammatorie ed antiossidanti della curcumina siano legate alla stimolazione di fattori trascrizionali, fattori di crescita e molecole di segnale che inibiscono lo scavenging dei radicali del superossido, dell’idrogeno perossidasi e dell’ossido nitrico da parte dei macrofagi attivati, riducendo così il complesso del ferro e inibendo la perossidazione dei lipidi. Sì, questo componente bioattivo della spezia famosa per il suo colore e sapore caratteristico, interviene così.

Panacea di tanti mali? Non esistono molecole miracolose, ma sta di fatto che la curcumina oggi è uno dei migliori e confermati approcci naturali nei confronti degli stati infiammatori capace di modulare lo stress ossidativo come quello legato all’esercizio fisico, aumentare le capacità antiossidanti ed influenzare in maniera potente e diretta l’attività dei mediatori dell’infiammazione correlata al danno muscolare che si genera con l’esercizio fisico, contrastare stati infiammatori cronici permettendo non solo la performance ma anche capacità di movimento, favorendo un maggior "ROM" (range of motion) o per intervenire in un recupero più rapido dopo l'infortunio. 

La domanda spontanea che segue le affermazioni appena fatte sta nel chiederci se "basti" la sola curcuma assunta come spezia per via orale (sempre più comune anche nelle nostre tavole "occidentali") per giovarne dei benefici sulla salute. Invero, la curcuma assunta da sola ha una scarsa biodisponibilità, e la quantità di elementi bioattivi che potenzialmente possono arrivare al circolo sanguigno è troppo poca. Per tale ragione si è sviluppato un mercato di integratori molto vasto, dove è ugualmente necessario saper valutare prodotti di reale efficacia e sicurezza sulla provenienza, preferendo quelli con certificazioni di controllo qualità annesse, ai fini di assumere prodotti sicuri, oltre che efficaci. Ma i limiti della curcuma in termini di biodisponibilità riguarda anche gli integratori a base di curcuma e, a questo proposito, troviamo l'aggiunta di "piperina", un sistema utilizzato per migliorarne la biodisponibilità con una buona efficacia - presenta tuttavia un limite importante perché può irritare la mucosa gastrointestinale in individui sensibili e, da tenere in considerazione, interagisce con la farmacocinetica di numerosi farmaci -.

Negli ultimi tempi però, la più moderna tecnologia ha potuto sviluppare diverse soluzioni biotecnologiche che migliorano grandiosamente il profilo di assorbimento, e quindi la resa biodisponibile, nel favorirne l’efficacia, la tollerabilità e la sicurezza.

Tra questi troviamo:

  • curcumina in nanoparticelle;
  • curcumina coniugata con ciclodestrine;
  • curcumina estratta con oli essenziali;
  • curcumina liposomiale;
  • curcuma solubilizzata o micellare, ottenuta trattando la curcumina con un solubilizzante (polisorbato).

La Curcuma è stata usata come spezia in grandi quantità per centinaia di anni senza far rilevare particolari reazioni avverse, dove la FDA (Food and Drug Administration) l’ha classificata come sostanza "GRAS" (General Recognition And Safety), ovvero "Generalmente Riconosciuta Sicura".

Donne in gravidanza, persone con disturbi emorragici, calcoli biliari, o in caso di utilizzo con di farmaci (vedi anticoagulanti)  visto che potrebbero interferire con il loro metabolismo (aumentandone o diminuendone gli effetti), dovrebbero consultare il proprio medico specialista.

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