Il nostro organismo è abitato da un vasto numero di microrganismi che vivono in pacifica coesistenza con il loro ospitante umano. L’insieme di questi microrganismi è detto microbiota o microflora normale; l’intero quantitativo del microbiota intestinale ammonta a circa 1,5-2 kg.

Il microbiota varia da individuo a individuo. Ciascuno di noi, infatti, ha una propria “impronta digitale batterica”, ossia un personale profilo di specie, diverso da quello di tutti gli altri individui. Tuttavia recenti dati hanno individuato un nucleo di almeno 57 specie batteriche comune a tutti.

Il microbiota virtualmente è in grado di colonizzare ogni superficie del corpo umano esposta o in contatto con l’ambiente esterno: pelle, vie respiratorie, vie urogenitali e tratto gastrointestinale.

Origini del mibrobiota

Alla nascita il tratto digerente dei neonati è completamente sterile, ma subito dopo il parto viene colonizzato dei microrganismi provenienti dal tratto riproduttivo e fecale della madre (da notare che il parto cesareo è in grado di inibire una corretta colonizzazione batterica del neonato). In seguito, i batteri provengono dall’allattamento, dall’ambiente e quindi dai cibi ingeriti nel corso della vita.

Considerata la straordinaria capacità del microbiota intestinale di interagire positivamente con il nostro organismo attraverso varie strategie, non ultima anche uno scambio di frammenti genici, un ricercatore olandese diversi anni fa definì il microbiota il “super-organismo” identificandolo appunto come “un organismo dentro il nostro organismo”.

Il microbiota che colonizza il tratto gastrointestinale contribuisce a mantenere uno stato di buona salute grazie ad alcune peculiari caratteristiche:

  • Stimola il sistema immunitario;
  • Funge da barriera contro le infezioni, producendo antibiotici naturali;
  • Conserva la regolare funzionalità intestinale;
  • Contribuisce ad attivare diverse funzioni metaboliche necessarie alla nostra salute;
  • Assorbe nutrienti e minerali, come ad esempio calcio, magnesio, ferro.

 

Sono diverse le situazioni che contribuiscono a comporre la flora intestinale in età adulta, tra questi vale la pena sottolineare i seguenti

  • fattori ambientali;
  • stress;
  • assetto ormonale (come ad esempio gravidanza, menopausa, periodo pre- mestruale);
  • terapie farmacologiche;
  • tipo di alimentazione.

Specie di microbiota

Di fatto, data la notevole diversità dei microrganismi presenti nell’intestino, questi si dividono in specie utili e specie potenzialmente dannose (patogeni): in linea di massima prevalgono le specie benefiche ma, quando alcune situazioni precedentemente descritte si presentano prepotentemente, si determina una alterazione dell’equilibrio tra microrganismi benefici e patogeni, nota come disbiosi intestinale. Questa condizione provoca una serie di sintomi circoscritti prevalentemente al tratto gastrointestinale ma che a lungo termine determinano una nutrita serie di patologie, a volte anche di notevole importanza, specie a livello di interessamento del sistemo immunitario.

 

Come ripristinare la flora batterica intestinale? L’importanza dei probiotici

I probiotici sono microrganismi non dannosi. Se assunti per bocca, essi possono replicare e colonizzare il tratto intestinale per riequilibrare la microflora e contribuire allo stato di salute del nostro organismo, e questa non è una scoperta recente: nella medicina tradizionale cinese veniva riportato l’uso di feci umane essiccate e polverizzate nel trattamento delle patologie intestinali.

Nel 1965 venne coniato il termine “probiotico” definendo con tale termine diversi batteri selezionati da utilizzare a scopo terapeutico. Dal 1989 è stata impostata la prima vera terapia mirata a base di probiotici, è stato usato il Saccharomyces  Lactobacillus genera.

I probiotici esercitano un’azione regolatrice della microflora intestinale, ripristinando il corretto rapporto e quindi inibendo l’azione dei patogeni (disbiosi), rafforzando la barriera intestinale e stimolando/proteggendo il sistema immunitario. Le recenti varianti terapeutiche vedono l’utilizzazione di ceppi di probiotici sviluppati per la loro capacità di resistere a un basso pH gastrico, dando origine però a una pletora di varianti con proprietà fisiologiche ancora sconosciute.

Nella tabella che segue sono riportate le principali specie che entrano nelle varie formulazioni di probiotici.

Non è facile tuttavia definire con esattezza i modelli operativi della terapia con probiotici a causa di una relativa scarsezza di studi che, a loro volta, si basano prevalentemente su dati clinici data la complessità nel determinare di volta in volta la composizione del microbiota a causa dell’invasività delle procedure. Sempre basandosi su dati clinici si stanno sviluppando terapie ceppo-specifiche che hanno superato il modello relativo a composizioni batteriche che contenevano di tutto un po' e quindi necessariamente molto generiche, d’altro canto è stato necessario sviluppare studi sempre più specifici anche in seguito a effetti collaterali riportati, ad esempio l'abuso di probiotici specifici come L. rhamnosus è stato segnalato per aver causato batteriemia, sepsi o endocardite in pazienti con gravi infiammazioni degli organi digestivi per cui è necessario avere maggiori informazioni. A tal fine si nutrono molte speranze dagli studi che si avvalgono delle scienze omiche (trascrittomica, genomica, metabolomica) grazie alle quali stanno arrivando informazioni sempre più precise.

Ricordiamo inoltre che l’uso dei probiotici è indicato per tutte le categorie della popolazione suscettibili e predisposte ad avere alterazioni sugli equilibri della flora batterica intestinale, come i bambini e gli anziani. Nei bambini, inoltre, la supplementazione con probiotici permette una maggiore protezione dagli attacchi di patogeni esterni, più frequenti rispetto all’adulto a causa di un sistema immunitario non ancora completo e sviluppato, sostenendo così le naturali difese dell’organismo. Mantenere in equilibrio la flora batterica intestinale significa infatti “armare” la prima linea di difesa del nostro corpo nei confronti degli agenti patogeni.

Di seguito una serie di tabelle in cui vengono riportate le associazioni (quali ceppi per specifiche patologie) attualmente riconosciute come efficaci e sicure:

Conclusioni

La terapia probiotica può sicuramente essere un approccio naturale ed efficace per ripristinare l'integrità della barriera intestinale e l'eubiosi, con conseguente migliore assorbimento dei nutrienti e migliore stato di salute generale, compresa la riduzione dell'incidenza e della gravità delle malattie intestinali, ma è necessario che siano seguite le specifiche avvertenze.

Bibliografia

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