A TU PER TU CON DANIELE LUPO

di Gianluca Meola

 

Talento e coraggio. Passione e grinta. La perfezione come obiettivo, l’ambizione come regola di vita. Dopo 11 anni costellati di titoli e centinaia di tornei internazionali, una medaglia olimpica, tre titoli continentali, tre titoli nazionali e ben 22 podi nel World Tour, Daniele Lupo è il beacher azzurro più rappresentativo e vincente del panorama italiano e si prepara per un nuovo capitolo della sua carriera. In coppia con Paolo Nicolai, ha scritto la storia del beach volley italiano nel mondo e oggi, insieme al suo nuovo compagno Alex Ranghieri, è pronto a voltare pagina, come a richiamare il claim di una celebre campagna che al termine di una lunga lista di trionfi recitava “ora dimentica tutto, e ricomincia”. Romano, classe 1991, l’Aviere Capo dell’Aeronautica Militare riparte da zero con la voglia di lanciarsi in nuove imprese, a caccia dei titoli e dei primati che ancora gli mancano: dal circuito internazionale del Beach Pro Tour passando per i mondiali, che quest’estate approderanno in Italia al Foro Italico di Roma, fino alle prossime Olimpiadi di Parigi 2024.

Il nuovo corso di Daniele e Alex è cominciato a fine ottobre con i primi allenamenti a Roma con Dionisio Lequaglie e Fosco Cicola, tecnici di IBeach, la scuola di beach volley fondata proprio da Daniele Lupo e suo papà Carlo. Una preparazione lunga e meticolosa, coronata da una prima uscita da applausi con un inaspettato quarto posto nell’ultima tappa del World Tour 2021, disputata a novembre a Itapema, sulla costa meridionale del Brasile. In Brasile, già. Per uno strano gioco del destino è lo stesso Paese dove Daniele ha conquistato insieme a Nicolai la storica medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016, che segna ancora una volta in maniera indelebile la carriera e il nuovo ciclo di uno dei più grandi interpreti del nostro beach volley: ”Voglio giocare ad alto livello per i prossimi 15 anni, disputando almeno altre tre Olimpiadi” ci dice subito prima della partenza per il Messico, dove a Tlaxcala e poi a Rosarito sono in programma le prime due tappe dell’attesissimo Beach Pro Tour 2022 con le coppie più forti del pianeta.

 

Daniele, andiamo con ordine… Dieci anni di carriera ti hanno legato a Paolo Nicolai, tuo compagno di squadra e amico. Siete stati la coppia più vincente e dei record del beach volley italiano, che cosa hanno significato per te questi dieci anni?

“Con Paolo ho trascorso dieci anni fantastici. Dalle tante vittorie ma anche dalle sconfitte abbiamo imparato tanto, crescendo sia come atleti che come uomini.  Ricordo il primo torneo con lui in Brasile nel 2010, si vedeva già che eravamo forti e che avevamo grande feeling: nel beach volley l’intesa in campo è determinante. Siamo sempre stati due ragazzi che si sono rispettati reciprocamente – anche perché abbiamo due caratteri molto differenti – e anche questa è stata una nostra forza. Paolo per me è stato un fratello, un compagno di vita, la decisione di cambiare strada è maturata insieme e dico sempre che è stato un finale da incorniciare perché ci siamo separati nel momento giusto, da coppia vincente e rispettata da tutti. Ora è il momento di una nuova sfida, e a me piacciono le sfide: nuove energie, nuove sensazioni, sarà sicuramente una bellissima storia anche questa. Sono giovane, posso ancora migliorare sotto tutti gli aspetti: quello fisico, quello tecnico e quello mentale”.

 

Come è nata la nuova coppia Lupo-Ranghieri?

“Quando con Paolo abbiamo capito che non ci sarebbe stato margine per continuare, ho chiamato io Alex. Anche giocatori e allenatori importanti di tutto il mondo mi hanno incoraggiato dicendomi che avrei fatto la scelta giusta a fare coppia con “Ranghio” per mantenere alta la competitività e le ambizioni a livello internazionale. Che poi in realtà non sarebbe tanto nuova, questa coppia. Nel 2010 in occasione di uno stage di allenamento negli Stati Uniti tra i convocati figuravamo io, Paolo e anche Alex, e la volontà di allora quando avevo 19 anni era quella di iniziare a giocare con Ranghieri. Sfortunatamente Alex si dovette fermare quell’anno per operarsi alla spalla, quindi le nostre strade non si sono unite e io ho iniziato a giocare con Paolo. Poi sapete tutti come è andata (ride, nrd). A distanza di 12 anni quindi ci siamo ritrovati per cominciare assieme questa nuova sfida”.

 

La prima uscita in Brasile è stata da applausi: nessuno si aspettava subito una prova così convincente…

“Vero. Nessuno si aspettava il quarto posto a Itapema. L’intesa ancora da creare, nemmeno tre settimane di allenamento sulle spalle. Non me lo sarei mai immaginato, eppure abbiamo centrato un grande risultato. In quel torneo giocavano le coppie più forti al mondo come Evandro-Alvaro, Saymon-Oscar e Alison-Guto, abbiamo vinto tutte e quattro le partite fino alla semifinale senza neanche un set lasciato per strada. E’ certamente un segnale importante per iniziare al meglio la nuova stagione. Sono sicuro che faremo bene. Ho fiducia in Alex, è un giocatore strepitoso, ha cattiveria agonistica e atleticamente parliamo di uno dei più forti del mondo. Qualche infortunio di troppo ha rallentato il suo percorso, ma sono fiducioso. Abbiamo creato uno staff di professionisti di assoluto livello in vista dei prossimi anni, che ci accompagnerà non solo verso le Olimpiadi di Parigi 2024 e Los Angeles 2028, perché magari l’avventura olimpica potrebbe proseguire insieme fino in Australia, a Brisbane 2032”.

 

Come state preparando la stagione, e quali sono gli obiettivi dichiarati?

“Si tratta di una nuova sfida anche sotto il punto di vista organizzativo. Uscendo dal progetto federale abbiamo strutturato un team di professionisti di assoluto livello. L’Head Coach è Dionisio Lequaglie, storico pioniere del beach volley, già allenatore della Nazionale e mio primo allenatore da professionista, fu lui che mi convocò per primo nelle Nazionali giovanili. Al suo fianco Fusco Cicola, per la sua carriera di atleta e oggi per quella da allenatore parla un curriculum pazzesco fatto di trionfi tra campionati italiani e tappe del World Tour. La parte fisica è curata da Carlos Cartaya, professionista statunitense che ha vissuto e si è allenato coi più forti di sempre come Karch Kiraly, Michael Dodd e altre leggende degli anni ‘90 che hanno contribuito alla crescita mondiale di questo movimento. Giuseppe Vercelli è il Mental Coach, professionista e docente di psicologia dello sport e della prestazione umana in forza anche alla Juventus. Il dott. Gabriele Cavalieri è il nostro fisioterapista, che mi ha già seguito anche in coppia con Paolo Nicolai e con lo staff della Nazionale. Dalla Nazionale ci supporta anche il Dott. Antonio Gianfelici, responsabile della salute e della nutrizione. Obiettivo dichiarato? L’ambizione della squadra e dello staff è lavorare per puntare a vincere l’oro a Parigi 2024. Lavoriamo tutti i giorni per nove ore al giorno. Devi avere sempre una mentalità vincente, mai dare nulla per scontato, curare il dettaglio in modo maniacale. Senza accontentarsi mai”.

 

A giugno l’Italia e la città di Roma ospiterà l’evento più importante della stagione 2022, i campionati mondiali al Foro Italico. Da romano giocherai “in casa”, il carico di emozioni e responsabilità deve essere tantissimo…

“Dal punto di vista individuale per me rappresenta il torneo dell’anno. Non vedo l’ora. E lo dico senza troppi giri di parole: vogliamo vincere il titolo iridato. Fare bene in casa, con il tuo pubblico e nella tua città per me significa tantissimo. Amo giocare, mi piace migliorarmi, cerco sempre la perfezione nel mio sport. Ma uno dei miei obiettivi è anche promuovere e far crescere questo movimento in Italia, far appassionare la gente e i bambini. Per appassionare devi emozionare, e questo succede molto spesso attraverso le vittorie. Amo profondamente il beach volley, una vittoria mondiale a Roma sarebbe uno degli spot più belli per la diffusione di questa disciplina. Sento questa grande responsabilità, ma trasformandola in carica sono sicuro che faremo bene”.

 

Il circuito internazionale del Beach Pro Tour è alle porte: dove vi vedete al termine della stagione?

“Quest’anno in Messico partiremo dai tabelloni di qualifiche. La nuova formula prevede tornei Elite a cui sono ammesse le migliori 16 coppie del ranking, servirà fare qualche risultato nei Challenge per risalire la classifica. Gli obiettivi sono ambiziosi. In questo primo anno insieme vogliamo chiudere tra le migliori otto del Tour, per iniziare dal prossimo anno - che è un anno importante perché inizia la qualifica olimpica - da dentro il tabellone dell’Elite 16. La programmazione è importantissima e stiamo lavorando duramente tutti i giorni per far sì che questo succeda. Nulla è lasciato al caso: lavoriamo anche sul fisico, nutrizione e integrazione, tanti piccoli passi per ottenere un grande risultato entro la fine dell’anno”.

 

Per quanti anni ti vedi ancora nell’olimpo internazionale di beach volley?

“Ho almeno altri 15 anni di carriera dove posso vincere ancora tanto. E poi il beach volley è uno sport nel quale gli atleti tendono ad essere più longevi. Non è uno sport da contatto, nonostante sia una disciplina molto dispendiosa in termini di energie. L’apice di un beacher è avanzata, nel corso della carriera il prime inizia dai 35 fino ai 40 anni, è lì che più si completano la proporzione fisica e mentale. Basti pensare a gente come Jake Gibb che ha vinto titoli olimpici e world tour fino a 46 anni, o Karch Kiraly che ha finito a 47 anni e tanti altri atleti fortissimi che hanno fatto la storia di questo sport. Zero segreti, la longevità di questo sport passa attraverso l’allenamento costante, che è fondamentale: devi allenarti tutti i giorni, la mobilità fa parte della routine del beacher, la forza, la resistenza, l’elasticità soprattutto va mantenuta e allenata”.

 

E tu come ti alleni? Raccontaci brevemente la tua giornata tipo.

“Sveglia alle 7:30, non faccio colazione, assumo un litro d’acqua e prima dell’allenamento mi aiuto con una banana e un kiwi. Mi alleno 3 ore la mattina: alle 09:30 entro in campo, allenamento fino alle 12:30, seguono stretching e vasca del ghiaccio. Alle 13:30 pranzo con mega insalatone con salmone selvaggio, avocado, a volte integro fagioli o ceci, pane integrale, diciamo un pranzo orientato al proteico. La mia giornata prosegue in palestra dalle 15:30 fino alle 18:00. Prima della palestra uso aminoacidi Alphazer®, sia normali che essenziali nel post allenamento. Uso molto anche le proteine iso fuji. Gel energetici e barrette mi aiutano negli spuntini e durante l’allenamento e nelle fasi di recovery. Ceno a base di proteine e carboidrati, prediligo petto di pollo, riso nero e brodo vegetale con pesce. Mi piace nutrirmi bene, in modo salutare, consapevole che anche questo fa la differenza in campo”.