Quello delle sostanze da utilizzare per migliorare la prestazione sportiva non è un problema recente, ne parlavano anche Ippocrate e Galeno nel 400 a.C. e da allora, a seconda dell’importanza della competizione, si sono alternati scienziati, stregoni, guru e imbonitori di ogni genere, sempre e comunque alla ricerca della sostanza “miracolosa”.

Ovviamente per lo più queste sostanze variamente inserite nei programmi degli atleti molto spesso hanno causato diversi e, in alcuni casi, notevoli problemi alla salute dei malcapitati che ne facevano uso. A tal fine si è sentita l’esigenza di esercitare un controllo sull’uso di queste sostanze e anche di alcuni metodi che spesso accompagnavano la somministrazione delle suddette; soprattutto era necessario armonizzare la classificazione delle sostanze da proibire con procedimenti validi per tutte le nazioni i cui atleti venivano inviati nelle diverse competizioni e, soprattutto, creare una struttura super-partes in grado di controllare queste attività ed emettere classificazioni aggiornate ogni anno, e così nacque la WADA.

Cosa è la WADA?

L'Agenzia mondiale antidoping, in inglese World Anti-Doping Agency (WADA), è una fondazione a partecipazione mista pubblico-privata, creata per volontà del Comitato Olimpico Internazionale il 10 novembre 1999 a Losanna, per coordinare la lotta contro il doping nello sport. Nel 2002 il suo quartier generale è stato spostato a Montréal in Canada, anche se giuridicamente resta una fondazione di diritto privato, regolata dal diritto civile svizzero. La WADA è quindi un'organizzazione internazionale che delega il lavoro alle singole nazioni ed alle organizzazioni nazionali anti doping (NADO), controllandone l'operato affinché sia conforme al Codice mondiale antidoping. Inoltre, la WADA accredita circa 30 laboratori che eseguono le analisi scientifiche necessarie al controllo anti doping.

Il Codice mondiale antidoping WADA è un documento redatto al fine di rendere conformi i regolamenti antidoping in tutti gli sport e, soprattutto, in tutte le nazioni. Contiene una lista, aggiornata ogni anno, delle sostanze proibite e dei metodi che gli sportivi non possono utilizzare. È stato adottato dalle organizzazioni sportive nel 2004, prima dei Giochi olimpici di Atene. Nel novembre 2007, alla Terza conferenza mondiale sul doping nello sport, più di 650 organizzazioni sportive (federazioni sportive internazionali, organizzazioni nazionali antidoping, il CIO, il Comitato Internazionale Paralimpico e svariate federazioni professionistiche di vari stati del mondo) hanno adottato all'unanimità una revisione del codice, entrata in vigore il 1º gennaio 2009.

La Lista delle Sostanze e dei Metodi Proibiti WADA (Lista WADA) è il documento identificato come Standard Internazionale per individuare le sostanze e i metodi proibiti nello sport. La Lista WADA è una delle componenti più importanti per l'armonizzazione globale del movimento antidoping mondiale. Suddivisa per categorie, identifica quali sostanze e metodi sono proibiti In competizione, Fuori competizione e in Particolari sport.

La Lista WADA viene aggiornata annualmente a seguito di un ampio processo di consultazione coordinato dalla WADA ed entra in vigore il 1° gennaio di ogni anno. Nella nostra nazione le norme WADA vengono gestite dalla NADO Italia - Organizzazione Nazionale Antidoping (NADO) -, articolazione funzionale della World Anti-Doping Agency WADA, che ha la responsabilità esclusiva in materia di adozione delle norme sportive antidoping in conformità al Codice Mondiale Antidoping (Codice WADA) del quale è parte firmataria.

RUOLI E RESPONSABILITÀ FONDAMENTALI DEGLI ATLETI

È personale responsabilità di ogni Atleta:

- essere consapevole di dover rispettare le Norme Sportive Antidoping (NSA) e conoscere gli obblighi che ne derivano;

- essere sempre disponibile per la raccolta di un campione biologico;

- rispondere personalmente dell’uso o assunzione di qualsiasi cosa nel contesto antidoping;

- informare il personale medico del divieto di utilizzare sostanze proibite e ricorrere a metodi proibiti e assicurarsi che qualsiasi trattamento medico ricevuto non violi le NSA;

- segnalare a NADO Italia e alla propria Federazione Internazionale qualsiasi decisione assunta da un non Firmatario su un Atleta che abbia commesso una violazione delle norme antidoping nei dieci (10) anni precedenti;

- collaborare con le Organizzazioni Antidoping coinvolte nelle indagini su violazioni della normativa antidoping;

- rivelare l’identità del proprio Personale di Supporto su richiesta di NADO Italia, di una Federazione Sportiva Nazionale, o di qualsiasi altra Organizzazione Antidoping che abbia autorità sull’Atleta

RUOLI E RESPONSABILITÀ FONDAMENTALI DEL PERSONALE DI SUPPORTO DELL’ATLETA

È personale responsabilità di tutto il Personale di Supporto dell’Atleta:

- essere consapevole di dover rispettare le NSA e conoscere gli obblighi che ne derivano;

- collaborare nell’attuazione dei controlli antidoping disposti sull’Atleta;

- utilizzare la propria influenza sull’Atleta, promuovendo valori e comportamenti di contrasto al doping;

- segnalare a NADO Italia e alla propria Federazione Internazionale qualsiasi decisione assunta da un non Firmatario su chi abbia commesso una violazione delle norme antidoping nei dieci (10) anni precedenti;

- collaborare con le Organizzazioni Antidoping coinvolte nelle indagini su violazioni della normativa antidoping.

Il Personale di Supporto dell’Atleta non deve utilizzare o possedere qualsiasi sostanza proibita o fare ricorso a qualsiasi metodo proibito, senza una valida giustificazione.

CLASSIFICAZIONE DELLE SOSTANZE

La WADA ha classificato le sostanze “proibite” nella pratica sportiva utilizzando metodi classici e chiaramente comprensibili. Di seguito una semplice panoramica:

  • SOSTANZE E METODI SEMPRE PROIBITI
    • Sostanze non approvate
    • Agenti anabolizzanti
    • Ormoni peptidici, fattori di crescita, sostanze correlate ed analoghi
    • Beta-2 agonisti
    • Ormoni e modulatori metabolici
    • Diuretici ed agenti mascheranti
    • Metodi proibiti (ad es. trasfusioni di sostanze omologhe – autoemo trasfusione_ e di sostanze eterologhe. Qualunque forma di manipolazione intravascolae, a prescindere dalla sostanza introdotta; ecc.
  • SOSTANZE E METODI PROIBITI DURANTE LE COMPETIZIONI
    • Stimolanti (specifici e non specifici)
    • Narcotici
    • Cannabinoidi (ad eccezione del Cannabidiolo CBD)
    • Glucocorticoidi
  • SOSTANZE PROIBITE IN PARTICOLARI SPORT (*)
    • Beta-bloccanti
      • (*) Tiro con arco; automobilismo; freccette, biliardo; golf; minigolf; ogni tipo di tiro; manifestazioni di sci estremo; sport sub-acquatici

Conclusioni

La lotta al doping è comunque in continuo divenire, ogni anno viene presentato un aggiornamento in grado di assimilare tutte le nuove sostanze che via via vengono inserite allo scopo di incrementare tutte le fasi dell’esercizio fisico quasi sempre incuranti della tutela della salute degli atleti.

                                                                               Carmine Orlandi